CRONACA DEL MIO INCONTRO FACCIA A FACCIA CON MVB (E GALLI)

Se avete letto il post precedente dovreste sapere che oggi piombava, nella rossa Firenze, ma non a sorpresa, la rossa (tutto minuscolo) di Calolziocorte, altrimenti nota come MVB aka neo-ministro del turismo, per una conferenza stampa al caffè Paswkosky in centro.
Io sono un tipo tranquillo, ma fondamentalmente curioso, così questa mattina ho deciso di andare ad incontrarla insieme al candidato neo-sindaco fiorentino Giovanni Galli, tanto per ascoltarli ed eventualmente, ce ne fosse stata l’occasione, per fare qualche domanda.
Verso le 11.00 prendo l’autobus (il 22) e scendo dietro Piazza della Repubblica (il capolinea).
L’incontro sarebbe alle 11.30, io arrivo un po’ prima, mi bevo un caffè,  lo accompagno con una sfogliatina del Paswkosky (ottima!).


Fuori, sul patio, sotto gli ombrelloni è gia tutto pronto. Zona delimitata, tavolo buffet con bicchieri, tavolo con tre sedie, stanno montando un impianto di amplificazione.
Lì di fronte c’è la libreria Martelli. Ci entro, faccio un giro, sfoglio qui e là, vado al piano di sotto, vedo l’ultimo libro di Marco Travaglio – Montanelli e il cavaliere (sempre minuscolo, ma in copertina è tutto maiuscolo) – Prefazione di Enzo Biagi – Garzanti e… vabbè, me lo compro. Esco con calma e mi vado a sedere a centro piazza,  dove c’è una delle panchine di pietra (vedi StreetView). Intanto arriva qualche giornalista (o almeno questo sembrano), due o tre cine-operatori, altri che han tutta l’aria di essere dei pidiellini di un qualche circolo. Li riconosci al volo da come si vestono, come si muovono, come si atteggiano, come parlano.  Alcuni di questi vengono a sedersi dove sto io. Parlano, discutono, si agitano, sono impazienti… ma dov’è, ma quando arriva… telefonano, una naviga con iPhone. Io sono lì tutto tranquillo che mi sfoglio il mio libro. Sarà ormai mezzogiorno. Ad un certo punto succede qualcosa. Al caffè sbaraccano tutto e nella zona delimitata ora fanno sedere i clienti. Le ragazze vicino a me si alzano, vanno verso il bar, parlano con un poliziotto, sembrano piuttosto irritate, c’è una che esclama “Ma è assurdo… magari qualcuno era interessato… viene qui… e invece non trova niente… ma questi son veramente delle… “.  Dieci minuti dopo mi alzo anch’io, con calma, e vado a sedermi sulla panchina che c’è di lato al caffè. Sono ancora tutti lì,  vicino… commentano… sono tutti scocciati… ormai sono le 12.30. La polizia se ne va. Poi una di queste pseudo-militanti strilla “… allora noi si va, ci vediamo lì… in macchina o a piedi… col taxi… ma no dai… è vicino”.  E l’altra: “Ma dai, ma son proprio delle mer…, a noi del comitato Galli almeno… potevano dirlo!”.  Danny Decembri, presidente del circolo Il Magnifico (che sono anche modesti, eh…) prenota un taxi  per otto e poi ci ripensa, gli han detto che no, ci vuol poco.  In tre salgono invece su un’auto blu con tanto di lampeggiante. Io mi avvicino e chiedo all’autista “Mi scusi, ma Galli e la Brambilla… lei ne sa niente per caso… non vengono più?”. Mi guarda come a dire “non so…” e parte.
Torno a sedermi sulla panchina e un tizio mi chiede: “Ma Galli e la Brambilla?” – ” Guardi, non so… ma credo che ormai non vengano più.”
Poco dopo mi alzo, compro il giornale lì vicino e faccio per andarmene. Esco dal portico e passa di lì un tizio in giacca e cravatta,  in bicicletta. Un conoscente lo ferma, “che fai” e lui  “sto andando a Villa Medici, che alle 13.00 pare che c’è la Brambilla”.
Come sarebbe…?
E vabbè dai, ormai sono qui. Son solo 15 minuti di strada. Con molta, ma molta, ma moltissima calma, mi avvio. Arrivo lì che son le 13.10. Per la cronaca Villa Medici è un albergo 5 stelle (Federalberghi). Fuori c’è il portiere in livrea. Io entro. Nessuno mi ferma, nessuno mi chiede nulla. Giro per l’atrio. Sono diversi, ma non tanti. E variamente vestiti. Mi guardo attorno, esco. Cineoperatori e giornalisti son lì, tutti in attesa. Sotto il sole. Io rimango in disparte. Poi daccapo entrano ed escono questi pidiellini, arriva… non arriva… telefonano… son tutti in fermento. C’è pure il candidato alla provincia (un certo Baldini, ventinovenne).

Intanto passa un camion elettorale coi manifesti della lista pensionati democratici e parcheggia. Lo slogan è “NOI CI  SAREMO”.
La Brambi per il momento no.

Infine si scopre l’arcano. Ha avuto un incidente d’auto. Piccolo. In mattinata a Piacenza. Ma nulla di grave. E no, non guidava lei.
Arriva tra poco e  forse dirà due battute. Che deve ripartire in fretta.
Alle 13.40 ecco Giovanni Galli, in giacca giallina e jeans alla moda. Look molto informale direi, per un candidato sindaco che parla alla stampa a Firenze. Finte riprese all’arrivo, sorrisi qui e là, nessuna dichiarazione.
Mi guardo attorno e vedo che alla fin fine siam quattro gatti ad aspettare il Galli.
Alle 14.10 finalmente compare “la dea”. Macchina ministeriale. Guardiaspalle che aprono la portiera. Prima scende una gamba scosciata con tacco 14, poi una chioma rosso tiziano. Infine un quintale di fondotinta in tailleurino rosso-marroncino. Da cui emergono, con grande fatica, due occhi un po’ timidi e spenti e una bocca che non saprei definire.  E’ uno spettacolo.  Sembra finta.
Baci, abbracci, sorrisi, foto… “Ma dov’è il mio candidato…” gorgheggia con vocetta nasale e stridula.
Finte riprese, domande di rito.

Quello di Odeon un po’ ardito osa: “Franceschini ha detto che Galli è un candidato improvvisato, lei che ne pensa?”
MVB: “Non sono solita replicare a quelle che sono le affermazioni della sinistra e di Franceschini perché in queste ultime settimane avrei dovuto aprire un libro. [ndb. ….ma ne apri mai uno?] Io replico con i fatti: il nostro Governo in un anno ha realizzato fatti concreti in tempi brevi, in maniera efficace ed efficiente. Questo è quello che farà anche Giovanni Galli a Firenze”. [ndb. ….farà… farebbe forse, nell’impossibile ipotesi in cui…]

Io sono sempre un po’ in disparte, ma poi mi avvicino un po’  di più per sentire meglio cosa dice con la voce impostata nei microfoni di rai, di odeon tv e di altri.  Le solite cose,  la solita nenia. Io non dico niente. Non faccio proprio nulla. Non ho telecamere, non ho macchine fotografiche, ho in mano un libro ed un giornale. Poi c’è un tizio che dice… “ma non potremmo entrare e continuare dentro… che siamo sotto il sole?”
Poi la fermano, parlottano tra loro… c’è chi mi guarda un momento… io intanto mi avvio con altri per entrare in hotel.

In quel preciso istante un tizio con occhiali da sole e borsa a tracolla mi dice:

“Prego, documenti”
Io: “Lei chi è scusi?”
“Polizia”
Io: “Mi fa vedere il suo tesserino?”
Lui esita per un momento e dopo lo estrae.
“Mi dia un suo documento!”
Io: “Perchè scusi?” e intanto lo estraggo lentamente dal portafoglio.
“Venga si accomodi” e mi riporta fuori, di lato. Estrae il suo cellulare e chiama:
“Ora vediamo…”
Io: “Prego, faccia pure… ma guardi che sono incensurato, eh… c’è qualche problema?”
“Normali controlli”
Io: “Capisco…”
“Comunque non credo che lei possa salire…”
Io: “Come sarebbe scusi… è una conferenza stampa… è un incontro pubblico…”
Non mi chiede subito se sono un giornalista, ma intanto comincia a fare altre domande, dove abita, cosa fa qui, dove lavora, ecc. ecc.
Mi verrebbe anche da dirgli quello che penso, invece gli rispondo con tutta tranquillità.
Si tiene il documento, intanto mentre aspetta la risposta al telefono si avvicina un altro tizio.
Io: “Ma voi siete della DIGOS ?”
“Sì”
Io: “Guardi che è inutile che aspetta… sono incensurato… si figuri, ho fatto persino il militare nei carabinieri…”
“Ok, intanto il documento lo riprende e poi può allontanarsi…”
Io: “Bene…” mi riprendo il documento e faccio per rientrare nell’atrio dell’albergo
Lui mi si para davanti.
“Lei non può salire…”
Io: “Ma è un incontro pubblico… è una conferenza stampa…”
“No, è un incontro privato, questo è un albergo… hanno pagato… lei non può entrare… non è sulla lista…”
Io: “C’è una lista di persone accreditate? Come fa a sapere che non sono sulla lista? L’ha vista? ”
“Questo non la riguarda”
Io: “E’ un incontro pubblico… ma dico… ma c’è il candidato sindaco a Firenze… io sono qui per ascoltarlo…”
“Guardi, io faccio solo il mio lavoro, mi hanno segnalato la sua presenza.
Mi dicono che qui nessuno la conosce e che lei comunque qui non è gradito.”
Io: “Quindi lei non mi fa entrare… io non posso entrare…”
“No!”
Io: “Vabbè… ma non mi pare una gran bella cosa, sa…”
“Guardi, io non entro nel merito, io sono qui per fare il mio lavoro”

Io non sono Piero Ricca o Duccio Facchini (che peraltro seguo ed apprezzo), io francamente non ho voglia di urlare, di aspettarli ancora fuori e magari di fargli una piazzata, insieme ai “giornalisti selezionati”,  con cui hanno chiaccherato sino ad un minuto fa.
Se lo meriterebbero anche… ma questo è.
Vedo ora che, in teoria, avrebbero incontrato qui operatori del settore turistico.
Che francamente io non ho visto (o al massimo erano quattro gatti sempre dei loro).

Questo è il popolo della libertà, il ministro del turismo della libertà, il sindaco di Firenze della libertà, prima cittadino ed ex-portiere.

A pochi giorni dal voto,  con un autogol clamoroso.  😀