Diciamolo chiaramente: questo è un Paese straordinario.
Nei giorni in cui a Roma si svolge il Forum PA 2007, con partecipazione di delegazioni europee e quant’altro; il giorno dopo il debutto del nuovo portale governativo che vede finalmente risorto anche il portale del DIT, fuori linea da oltre un anno, oltre 1500 cittadini italiani, dopo quasi due mesi di attesa, ricevono da un dipartimento della Presidenza del Consiglio questa risposta ad una più che legittima istanza di trasparenza di alcuni atti amministrativi pubblici.


Sul sito del Forum PA, le parole del Ministro Luigi Nicolais:

“E’ mia intenzione mettere al centro del FORUM PA la necessità di un cambiamento profondo delle amministrazioni pubbliche e di una reingegnerizzazione dei processi di servizio, fondata sul pieno utilizzo dell’innovazione organizzativa e tecnologica, quali fattori di sviluppo e garanzia dei diritti. FORUM PA ’07 dovrà mostrare una pubblica amministrazione leggera, amica, capace di accompagnare cittadini ed imprese nella realizzazione dei propri obiettivi. Una pubblica amministrazione che non usi le risorse pubbliche per la propria sopravvivenza ma per restituire valore ai contribuenti. Un’amministrazione che garantisca la qualità dei servizi pubblici, che elimini sprechi e inefficienze, dia certezze ai diritti dei cittadini e alla competitività delle imprese e sia lo strumento di più forti ed efficaci politiche pubbliche.”

Sul sito del governo italiano, presentazione del Forum PA:

Presso lo stand del Segretariato Generale sono disponibili postazioni informatiche sulle quali visitare, con l’assistenza e la consulenza dei funzionari, siti e servizi delle strutture presenti.

Lo stand costituisce il canale informativo privilegiato per ottenere informazioni sulle modalità di accesso ai documenti amministrativi. Sarà disponibile uno ”Sportello per il cittadino sull’accesso ai documenti”, che fornirà risposte in modo diretto ed immediato circa l’accesso ai documenti amministrativi con riferimento particolare ai ricorsi alla Commissione per l’accesso.

E questo già sarebbe tanto, però ancora non basta. Quello stesso dipartimento, che peraltro con recente decreto ha subito una riorganizzazione volta a perseguire efficacemente gli obiettivi che il governo ha definito in materia di semplificazione dell’attività amministrativa e di partecipazione dei cittadini alle attività della PA, sul suo sito istituzionale appena risorto si premura di pubblicare una recente direttiva dell’attuale ministro Luigi Nicolais.

Piccolo inciso: Luigi Nicolais ha attualmente delega al ministero delle Riforme e dell’Innovazione nella PA ed a lui rispondono i dipartimenti della Funzione pubblica e dell’Innovazione e delle Tecnologie. Insomma uno dei due è proprio IL dipartimento che ha risposto a Scandaloitaliano.

Bene. Ora il punto 6 di questa direttiva in esame, inviata praticamente a tutte le amministrazioni dello Stato, riguarda in particolare la pubblicità dell’attività negoziale della PA e così testualmente recita:

L’art 54, comma 1, lett. f) del Codice dell’Amministrazione Digitale impone alle amministrazioni di rendere disponibili sui siti istituzionali, tra l’altro, “l’elenco di tutti i bandi di gara”. Siffatto adempimento deve integrarsi con quanto previsto …. [omissis]

Al fine di incrementare il regime di pubblicità e conoscenza dell’azione delle amministrazioni, da parte dei cittadini, delle imprese e degli altri organi pubblici, si invitano le amministrazioni destinatarie ad ampliare gli atti pubblicati, rendendo conoscibili tutte le negoziazioni relative a servizi, forniture o lavori, il cui importo presunto sia superiore ai 20.000 euro, nonchè gli esiti delle medesime procedure. Tutta l’attività finalizzata all’acquisizione di beni, servizi o realizzazione di opere, di importo superiore ai 20.000 euro, deve quindi poter essere consultabile da chiunque. Le uniche ipotesi in cui le amministrazioni possono esimersi dal pubblicare gli atti inerenti le aggiudicazioni, si rinvengono laddove siffatto adempimento possa comportare la diffusione di dati sensibili ovvero attenga a convenzioni contenenti informazioni coperte da segreto di stato ai sensi della legge 24 ottobre 1977 n. 801, ovvero contenenti notizie dalla cui divulgazione possa derivare una lesione alla sicurezza e alla difesa nazionale.

Il dirigente responsabile della struttura committente, è tenuto a curare le procedure necessarie per garantire la pubblicazione sul sito istituzionale dell’amministrazione. Il rispetto di tale adempimento integra elemento di valutazione del dirigente.

La pubblicazione on line di provvedimenti o atti amministrativi o la loro comunicazione con le medesime modalità, implica anche l’assunzione di una garanzia di conformità… [omissis] … con le relative conseguenze civili, penali ed amministrative, ad esempio in caso di difformità rispetto all’originale (cartaceo o digitale)….

Insomma, per farla breve, da una parte governo e ministro stabiliscono chiari obiettivi e chiedono ai relativi dirigenti di perseguirli.

Dall’altra un dipartimento, ma non uno a caso, IL dipartimento che attraverso l’innovazione tecnologica dovrebbe garantire la rivoluzione nel rapporto cittadino/PA di cui il ministro va proclamando a destra e manca da oltre un anno, e che da lui dipende, cosa fa ?

Cosa fa di fronte ad una legittima istanza di trasparenza di atti amministrativi riguardanti un gara d’appalto, ma non una gara qualsiasi, LA gara che riguarda un portale pubblico considerato strategico per un comparto essenziale nell’economia del Paese; LA gara d’appalto in materia di portali pubblici in assoluto di maggior valore degli ultimi quattro anni (45 milioni di euro); insomma relativamente ad una tale richiesta, cosa fa questo benedetto dipartimento ?

Rimanda la questione al capo di gabinetto del ministro, il quale si mette a filosofeggiare sui cavilli giuridici di presunte recenti pronunce giurisprudenziali, di cui ovviamente non fornisce alcun riferimento certo, e chiede il parere di una Commissione, nata anzitutto per tutelare gli interessi dei cittadini, per sapere se sia o meno il caso di mettere in atto ciò che la legge, il buon senso e le direttive impartite dal ministro stesso dicono che OVVIAMENTE deve (o dovrebbe) fare.

Un Paese straordinario, ripeto: il Paese degli eterni buoni propositi che irrimediabilmente si scontrano con la triste realtà di certe mentalità di funzionari (e di politici) fuori dal tempo e fuori dalla realtà di una democrazia che si vorrebbe, qualche volta, vedersi anche compiuta.